Imparare a nuotare
«Non cercare di afferrarti a me perché allora sarei solo il tuo salvagente in mezzo al mare della vita; devi imparare a nuotare».
Sembra facile, eppure non lo è. In diversi momenti capita di sentirsi incapaci di nuotare nel mare della vita e spesso viene naturale cercare un appiglio, che molte volte sono altre persone. I motivi possono essere innumerevoli: perché così è apparentemente più semplice, perché così non ci sentiamo soli ad affrontare la nostra sfida, perché è bello aggrapparsi a qualcuno e pensare che non affonderemo. Però non è né giusto né evolutivo per noi. Dobbiamo imparare che avere qualcuno a cui potersi aggrappare dev’essere un’opzione, non la regola; tra l’altro un’opzione a cui bisogna stare attenti. Già, perché cosa succederebbe se quella persona si trovasse anch’essa in un momento di difficoltà nel suo mare? Siamo, inoltre davvero sicuri che l’altro sarebbe in grado di nuotare anche per noi? Magari sì, magari no. A questo punto il mondo si divide in chi si fida ciecamente del fatto che l’altra persona non lo farà affondare e si lascia completamente andare in balia delle onde, rischiando però in questo modo la propria vita e chi decide di prendere la situazione in mano, perché qualora l’altro per un motivo qualsiasi non fosse presente, sarà sicuro di farcela lo stesso.
Questo non significa che non ci dobbiamo fidare degli altri, tutt’altro. Le persone all’interno del nostro circolo sono molto importanti, perché possono darci supporto mentre impariamo a nuotare, spronarci e darci consigli. Però potrebbero, magari involontariamente, spingerci sott’acqua e rischiare di farci affondare. Per questo è importante poter contare sulle proprie forze ed imparare a nuotare. È come se noi fossimo all’interno di una casa, dove chiaramente ci deve essere tutto ciò di cui abbiamo bisogno e le persone che fanno parte della nostra vita fossero i nostri vicini di casa. Chiaramente se siamo nel bel mezzo della preparazione di un dolce e finiamo il latte andremo prima dal nostro vicino, che è una persona di fiducia, per chiedergli di prestarcene un po’. Se però lui/lei non avesse il latte in casa oppure ce l’avesse ma gli servisse e quindi non può darcelo? A quel punto sarebbe fondamentale per noi essere in grado di andare al supermercato a comprarlo. Questo significa imparare a nuotare: sapere che possiamo avere un supporto, ma avere la solida consapevolezza di essere in grado di cavarcela.
Imparare a nuotare è una scelta difficile. Significa prendersi la responsabilità della propria vita, avere la volontà di crescere e il desiderio di diventare più forti, ma soprattutto significa uscire dalla comfort zone. Uso la parola “difficile” perché a volte è più semplice lasciarsi trasportare dagli altri, assecondare amici, parenti, partner e seguire la corrente del loro mare, invece che imparare a nuotare nella nostra di corrente. All’inizio può essere davvero spaventoso, tanto da farci venire voglia di tornare a riva e di certo imparare a nuotare, che poi vuol dire imparare a vivere con la consapevolezza che la vita è nelle nostre mani, è un’attività che si sa quando inizia, ma di fatto non termina mai. Già perché anche gli anziani imparano a nuotare con o contro nuove correnti, mica solo i ragazzini. Però una volta che si ha il coraggio di iniziare, assaporare poi il risultato è una sensazione bellissima: vedere come giorno dopo giorno crescono la nostra sicurezza, le nostre idee e convinzioni, nonché i progetti ci ripaga dello sforzo iniziale.
E allora perché non buttarsi e non provare ad imparare a nuotare?